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A Novi Ligure 70 km di fuga e impresa d’altri tempi per Elettrico

Cosa avrà spinto Tommaso Elettrico a un’impresa folle, a una cavalcata d’altri tempi, a un azzardo da ciclismo eroico? La terra che ha dato i natali a nobili ciclisti? L’aria delle prealpi? Il desiderio di misurarsi con l’ignoto? A Novi Ligure l’alfiere del team CPS di patron D’Auria, ha macinato chilometri di fuga solitaria su un terreno decisamente poco favorevole, sfruttando, per attaccare, una piccolissima finestra offerta dal mix di pendenza, tortuosità e terreno bagnato.

Non è un caso che il Principe all’inizio della carriera era anche chiamato “il falco Materano”: ha messo nel mirino la sua preda in uno spazio ristrettissimo, ha sferrato il suo attacco consapevole di non avere altre possibilità e ha portato a casa il bottino.

Riavvolgiamo il nastro. Elettrico ha portato la maglia CPS in Piemonte, per affrontare una corsa di 138 km con ben 2000 metri di dislivello, composta prevalentemente da salite brevi ma dure e intense, presenti in larga parte solo nella porzione inziale. Negli ultimi 70 km, infatti, il percorso prevedeva una discesa e poi tutta pianura fino all’arrivo. Una gara caratterizzata da una forte pioggia nella delle prime due ore di corsa, che ha reso estremamente tecnico e pericoloso il tracciato per via delle discese particolarmente complesse e di difficile interpretazione anche per gli specialisti.

«La mia corsa è stata di attesa fino alla penultima salita di giornata, sulle cui rampe ci siano trovati solo in due al comando del gruppo inseguitore – racconta Tommaso – Ho deciso a quel punto di tentare un’azione, in bilico tra la follia e la preveggenza. In quel punto esatto ho sferrato l’attacco (che poi si rivelerà decisivo, ndr) e sono rimasto subito da solo. Così mi sono riportato sulla fuga di testa nel corso della successiva discesa, mentre sulle rampe successive, le ultime di giornata, ho sfidato nuovamente la sorte, riuscendo a restare solo».

Sin qui tutto bene, un’azione da manuale. Certo, se solo l’arrivo fosse stato di lì a 20 km. E non era affatto così. Ai piedi dell’ultima discesa il pannello eloquentemente indicava i titoli di testa (o quelli di coda) di una rappresentazione dal sapore epico: 70 km all’arrivo.

70 km infiniti per il Principe Materano, perché completamente piatti. Sarà stata la domenica del Fiandre a rendere più magica ogni cosa, o l’aria di impresa che sprizza primaverile in ogni punto del globo per tutti gli amanti della bicicletta (in fondo siamo in Piemonte, la terra di Fausto Coppi, colui che costrinse la radio a trasmettere musica da ballo in attesa del secondo classificato a una Sanremo), o sarà una determinazione e un morale alto come non mai, fatto sta che è cominciata così una partita a scacchi che poteva avere solo due epiloghi: il trionfo o l’abisso. Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci e il coraggio mette le ali alle gambe.

«Da lì in poi è stata una lunga cavalcata fino all’arrivo. In tutta sincerità pensavo di non farcela – ci confida Tommaso – però ho retto bene e negli ultimi 20 km e ho guadagnato qualcosina, quel margine di sicurezza che mi ha permesso comunque di arrivare all’arrivo senza eccessive preoccupazioni». E come preoccuparsi, d’altronde con un vantaggio che si è cristallizzato in 4 minuti sulla linea d’arrivo. Un risultato da ciclismo d’altri tempi, da grande classica, solo per temerari dal cuore grande così. Considerando che all’inseguimento c’era gente, ed erano in cinque, che nelle ultime corse è andata davvero molto forte.

Forse uno dei successi più belli della carriera di Elettrico arriva proprio in maglia CPS. Ed è il terzo in questo anno. E siamo solo alla prima domenica di aprile. Che spettacolo, questo 2017 #Staytuned #stayelectric