Altipiano celebre, quello d’Asiago, per la storia del Paese e per quella, non meno rilevante, della sua epopea ciclistica. Teatro di patriottiche battaglie prima e di estasianti sfide all’ultimo colpo di pedale poi, il panorama delle prealpi Venete è, senza girarci troppo intorno, un luogo simbolo per molti.
Ecco perché la Gran Fondo Fizik Città di Marostica continua a raccogliere ampi consensi. Paesaggio, storia, tradizione si fondono in un unico evento capace di richiamare oltre 2200 ciclisti da tutta la penisola (e non solo). E tra di essi non poteva certamente mancare uno tra i granfondisti per eccellenza, alla ricerca della prima perla stagionale. E’ di Tommaso Elettrico che stiamo parlando, ovviamente, che questa domenica si è messo alla prova sui 170 km e soprattutto sui 3200 metri di dislivello della prima delle classicissime di questo 2016. L’anno scorso nella celeberrima piazza degli scacchi di Marostica era stato proprio lui, con una mossa da manuale, a dare scacco matto al re. Beh, lo diciamo subito. Quest’anno non ci è riuscito, ma ha conquistato l’ennesimo pregiatissimo podio,
Uno scenario apocalittico, quello descritto dal ciclone Medusa che ha funestato il ponte del 25 aprile: pioggia, freddo, vento e nebbia. Pieno inverno, insomma. «E’ stata veramente dura ed intensa perché prevedeva delle salite lunghe e delle discese molto tecniche – ha dichiarato questa mattina a freddo Tommaso – e il clima non ha minimamente aiutato. Anzi, per i primi 30-40 km volevo salire in ammiraglia e fermarmi – ha aggiunto nello stupore generale – perché le gambe non giravano per nulla. Poi, pian piano, mi son ripreso. Sino a che non abbiamo affrontato le prime salite, che ci hanno portato sul celeberrimo altopiano di Asiago (15 km). Li mi sono sbloccato».
Quando la strada sale Tommaso Elettrico riesce a dar piena dimostrazione delle sue capacità. E così è stato anche questa volta. L’azione principale si è svolta sul monte Corno che si affrontava nel finale di gara (15 km di salita ancora). «Su quell’ascesa ci sono stati attacchi e contrattacchi tra tutti i favoriti, che hanno permesso a Stefano Cecchini di prendere quei 40 secondi. Quel gap – nemmeno tanto esiguo quando nel pollaio ci son troppo polli – lo è riuscito a mantenere sino all’arrivo. Dietro abbiamo scollinato in quattro e ci siamo fiondati nella impegnativa discesa verso Marostica, estremamente tecnica e resa complessa dal fondo bagnato».
Alla fine secondo sarà un tedesco, avvantaggiatosi di qualche metro nelle ultime curve, e terzo il Principe Materano. Quarto Enrico Zen. «Il lotto di partenti era molto importante – ha commentato infine Elettrico – la corsa ha fatto 2500 partenti e la condizione era sicuramente buona, specialmente nel finale. Questa era la prima vera gara impegnativa e ora vediamo cosa vien fuori, prepariamo il tutto per la Nove Colli – ha promesso – e vediamo di riuscire a far bene. Manca esattamente un mese».
E questa più che di una promessa, ha tutto il sound di un ultimatum.