Una giornata semplicemente da incorniciare per il movimento ciclistico murgiano e pugliese.
Si perchè quello organizzato ieri dall’Avis Bike Ruvo è stato un evento degno del Giro d’Italia, con impeccabile cura dei minimi dettagli. Dettagli che ha curato anche Tommaso Elettrico, che su un percorso non adatto alle sue caratteristiche ha giocato ogni singola carta per imprimere alla corsa la sua strategia. Non ci è riuscito del tutto, perchè è mancata la vittoria per soli otto secondi, ma il suo terzo posto dimostra come un vero campione sia capace di tira fuori il meglio in ogni situazione e in ogni contesto.
91 km e quattrocento metri su e giù per l’Alta Murgia, con tanto di Gran Premio della Montagna al culmine della nota ascesa di Serra Stracciacappello, porta di accesso al Parco. Una prima parte impegnativa, con tre salite caratterizzate dal vento laterale prima ancora che dalla pendenza, e una seconda parte velocissima, in picchiata verso Ruvo. Semplice sulla carta, ma come sempre accade la vera corsa la fanno i ciclisti. Si è assistito così a una gara estremamente tattica, con una velocità media che ha sfiorato i 40 all’ora e una fuga a tre tenuta a distanza di sicurezza per tre quarti di corsa e gli ultimi velocissimi km tra scatti e controscatti.
2 ore, 26’ e 5” alla media di 39,01 km/h. Tanto ci ha messo il vincitore Gaetano del Prete, ma la classifica non basta a raccontare le emozioni di una corsa incalzante come la volata finale. Tommaso raccontaci la tua gara dall’interno del gruppo. Come si è evoluta? «Era noto che il percorso non fosse adattissimo alle mie caratteristiche, e venendo da quattro vittorie di fila avevo ancor più i fari puntati addosso, sia dagli avversari che dagli spettatori. Però non è semplice quando il percorso non permette di fare la giusta selezione, e anche se hai una marcia in più purtroppo stare a ruota è fondamentale. Nel finale di corsa si sono sganciati i due che hanno compromesso una volata che sarebbe potuta sicuramente essere adatta alle mie caratteristiche. Però tutto sommato prendiamo questo terzo posto, va benissimo così».
Anche questa volta abbiamo avuto l’onore di seguire la corsa da vicino. Ecco la nostra cronaca (in differita). Pronti via è subito Giuliano Gaeta (Team Bike Revolution) ad allungare, ma il gruppo controlla e sulle rampe di Stracciacappello Tommaso Elettrico scatta e conquista il GPM. Troppo corta l’ascesa per fare selezione, ma abbastanza lunga per spezzare il gruppo in più tronconi. Il principale rimonta su Elettrico, ma sulla successiva salita verso Trullo di Sopra, strada stretta e curvilinea, partono in contropiede Bartolo Lucarelli (Sport Bike Lucania) e Luigi Caputi (Cicli De Marzo), seguiti a breve distanza dal tenace Gaeta. Il loro vantaggio aumenta sino al massimo di 1’35, superando tutti i tratti altimetricamente più critici. Poi al giro di Boa la situazione cambia, la strada è più semplice e in tre contro venti non si può andar lontano. Dietro ci si organizza, in vista del traguardo volante vinto da Lucarelli il vantaggio è ormai risicato, ai meno 20 c’è il ricongiungimento, che mette fine a un tentativo coraggioso e molto ben strutturato. Il vento laterale completa la selezione e il gruppo di testa si restringe a nove unità, fuggitivi della prima ora compresi.
È quindi il turno di Tommaso Elettrico, che dopo aver favorito la fuga dell’amico Lucarelli deve agire in prima persona.
Ma il terreno non è adatto a una grande selezione, e come spesso accade, in una fase di studio ai meno tre dal traguardo, una partenza in contropiede compromette i piani del gruppo. Giuseppe Navedoro (Team Bike Lucania) e Gaetano Del Prete (The Panthers) guadagnano quei centro metri che diventano incolmabili perchè tutti, nel gruppetto, attendono la mossa di Elettrico. Al traguardo è Del Prete a beffare Navedoro in una volata spettacolare. Segue in un batter di ciglio lo sprint del gruppetto, con Elettrico che precede un energico Pastushenko, Carrer, (Team Eurobike) e i tre fuggitivi di giornata.
Un successo sfiorato, ma una gran prova di classe. Anche perchè, per un pelo, non c’è stata la sorpresa di Lucarelli. Come valuti la condotta di Bartolo (Lucarelli, ndr)? «Quella di Bartolo è stata una prova semplicemente ottima, sono veramente felice. Io ci ho sempre creduto in una sua rinascita dopo otto anni fermo. Quest’anno si sta togliendo tante soddisfazioni, sicuramente è il primo anno in cui ha iniziato nuovamente ad accendere il motore. Vediamo cosa succederà la prossima stagione, per la quale sono previste grosse novità. Anche per il cambio di casacca, punterà a disputare qualche bella corsa, ancora più belle del 2016».
Un’organizzazione, quella dell’Avis Bike Ruvo, che ha lasciato tutti a bocca aperta. Che effetto ha fatto su di te, che di gare d’alto livello ne vedi a bizzeffe? Come può crescere? «Una grandissima, bella manifestazione. Nulla da invidiare a nessuno. Ho visto il rettilineo d’arrivo veramente bello, vedere tutto transennato è emozionante. Pochissime le macchine sul percorso e sicuramente un tracciato sul quale non si poteva fare di meglio, perché è una zona che non permette grosse salite, ma abbiamo toccato un po’ tutti i punti salienti della Murgia. Cosa serve per migliorare? Sicuramente calendarizzata messa in un altro periodo dell’anno avrebbe raccolto ancora più iscritti e dopo la bella figura che l’Avis Bike ha fatto, sono sicuro che questa gara crescerà di anno in anno, sperando che si continui ad organizzarla. Ci sarà solo da crescere».
Anche questa volta hai corso con tutti gli occhi addosso. Ti ci abituerai mai? «Ma no, dai. Io sono sempre stato abituato ai riflettori. Il problema è che quando si abitua la gente a vincere e fai un podio, sembra come se non avessi fatto nulla, nemmeno entrato in classifica. Però bisogna solo mantenere la calma, stare tranquilli e soprattutto dare ogni domenica il meglio di sé».
Ormai ne resta solo una per chiudere in bellezza questo 2016. Poi sarà tempo di bilanci e, assicura il Principe, di sorprese. E quindi #staytuned #stayelectric