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Sempre caro mi fu quest’ermo colle – una vittoria elettrica, da prestigiosa antologia

Sempre caro mi fu quest’ermo colle” scriveva Giacomo Leopardi nella celeberrima lirica “L’infinito”, riferendosi all’ascesa del Monte Tabor, presso Recanati, suo rifugio ideale. Anche Tommaso Elettrico porterà sempre caro nel suo cuore uno dei colli di Recanati. Non sarà il Tabor e se sarà Fosso Ricale, o il passo della Cappella, poco importa. Quel che conta è che da ieri, domenica 11 settembre, negli annali della Fondo Leopardiana il Principe ha prepotentemente scritto il suo nome.

A volerli cercare sono incredibilmente tanti i parallelismi possibili con la vittoria del Principe e la lirica L’infinito: quella siepe, che nella poesia impedisce la vista dell’orizzonte, ma permette la fuga della mente dall’esperienza dei sensi, la ritroviamo nella fitta vegetazione di passo della Cappella (780 m slm) che ha prima nascosto alla vista degli inseguitori l’elettrico fuggitivo e poi, quasi in contemporanea, gli ha permesso di effettuare l’allungo decisivo. Una vittoria da antologia, dunque. E ci perdonerà il Leopardi se adattiamo gli aulici suoi versi a un comune evento di ciclismo, ma la bellezza delle parole sta nell’essere versatili: si possono con esse esplorare le più ardite profondità dell’anima, ma anche celebrare le emozioni. E poi, non giriamoci tanto attorno, per gli amanti di ciclismo le vittorie alla Tommaso Elettrico sono poesia.

«Una corsa di 128 km con 2400 metri di dislivello, un percorso davvero molto nervoso con salite non lunghissime ma veramente molto dure – ci racconta, emozionatissimo, il Principe Materano – Ho affrontato la corsa col piglio giusto e già sulla prima salita, la più impegnativa, ho forzato i tempi scremando pian piano il gruppo sino a che siamo rimasti in due, io e Scotti».

E’ a questo punto che comincia il capolavoro di Elettrico, perfettamente cadenzato come gli endecasillabi della lirica leopardiana, una lunga cavalcata in fuga di oltre due ore e mezza, in cui i chilometri che, il susseguirsi di tornanti che spezzano la monotonia, è come andare a capo alla fine del verso senza aver terminato la frase: un ritmo continuo, incessante, una pedalata che tira l’altra.

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Le poesie si scrivono di getto, ma poi vanno ragionate, ponderate, limate, perfezionate. Così come una grande fuga, che parte d’impeto, ma poi deve essere gestita con lungimiranza e pazienza: «Abbiamo iniziato una lunga cavalcata, durata più di 80 km. Sulla salita più lunga di giornata, il passo della Cappella, ho preferito restare con Scotti perché da li sino all’arrivo il percorso non presentava grosse difficoltà, quindi lavorare in due sarebbe stato più vantaggioso e avremmo prevenuto ogni possibile rientro del gruppo».

E’ la mossa giusta, l’azione decisiva. Perché nel finale, arrivando a Recanati, ad attenderli c’è l’ultima ascesa, 5 km col naso all’insù e le basole degli stretti vicoli centro storico ad accogliere, impazienti, il vincitore. «A due km dall’arrivo ho sferrato l’attacco decisivo che mi ha permesso di arrivare in solitaria». E’ l’apoteosi, al traguardo. Giunge finalmente la seconda vittoria stagionale, dopo tanti di quei podi che ne abbiamo perso il conto. Come la fortuna ormai non ricorda a quanto ammonta il suo debito con l’atleta materano.

E’ un Tommaso visibilmente commosso quello che ritroviamo dopo la premiazione: «Sono davvero molto felice, penso che una vittoria così, in una Gran Fondo valevole come prova del Prestigio, sia una delle più belle che potessi attendermi. È un successo che dedico prevalentemente a me stesso, perché ho avuto la forza di reagire dopo un periodo difficile, in un periodo clou della stagione in cui il ginocchio non mi ha permesso di competere nelle corse cui avevo puntato maggiormente». La vittoria era nell’aria, dopo l’Otzaler e il secondo posto di domenica scorsa. E finalmente è tornata a far visita a Sua Altezza, colma di doni come si conviene a un Principe.

«Ringrazio poi tutta la gente che ha creduto e ha continuato a tifare per me nonostante tutto. Domenica sarò in Sicilia, alla Vincenzo Nibali: sarà la prima edizione, si spera di fare bene».

Dopo Leopardi, Nibali. Un altro nome pesante. E’ bene, allora, che si continui il tren appena iniziato. Quindi, #staytuned #stayelectric