Non è da ricercare nemmeno nell’aria frizzantina delle colline vicentine la fortuna di Tommaso Elettrico. Niente da fare. La vittoria continua a mancare, questa volta il principe Materano si ferma ai piedi del podio. Un quarto posto che brucia, dopo una gara condotta tutta all’attacco, con stoccate mirate, pesate, sferrate al momento giusto.
Ma andiamo per gradi. Il territorio, le pianure, le discese tecniche e le colline intorno alla città di Vicenza sono state teatro della Granfondo Liotto, giunta alla 18esima edizione. Classica di primavera per oltre 2000 cicloamatori, giunti nella città del Palladio per affrontare a muso duro e pedale certo i colli Berici delle prealpi venete. Numerose, infatti, le salite sul tracciato, come la Valbianca-Marana (chiamata “La Trappola”), la Quargenta e il passo Xon, tutte su strade secondarie, immerse nella natura e lontane dal caos frenetico.
135 km per complessivi 2300 metri di dislivello, con ascese in frequenza, mediamente dure, pedalabili, insomma, lunghe massimo sei chilometri. A raccontarci come andata è proprio il principe materano, raggiunto telefonicamente pochi minuti prima di imbarcarsi in aereo. «La corsa è stata molto nervosa, incerta. Alla penultima salita, ai -25, ho attaccato – ha osservato visibilmente stanco – ho raggiunto il fuggitivo Corsello e sulla successiva ultima ascesa sono rimasto solo». Tutto per il verso giusto? Cosi potrebbe sembrare, anche perché «E’ vero che dietro erano rimasti in otto, ma nonostante ciò credevo di non essere più ripreso, sino a quel momento non c’era stato accordo». Sino a quel punto, infatti. Perché riconosciuta la pericolosità di Elettrico, la cui fama, ciclisticamente parlando, ne precede la presenza fisica, sono riusciti a trovare un accordo e spingere al massimo per rientrare sul Principe.
Continua la cronaca a freddo: «Si sono organizzati bene e ai -5 sono riusciti a rientrare. A quel punto non mi restava che giocare tutte le carte in volata, ma, ancora hanno preso loro l’iniziativa. Ai meno due hanno anticipato in tre e sono riusciti ad arrivare in fondo». Nessuno infatti, ha avuto la forza o la volontà di chiudere sul trio e me che meno poteva farlo Elettrico, bisognoso di qualche istante per recuperare e rifiatare dopo il lungo tentativo personale. Ma in questi casi è la grinta a contare più delle gambe e, infatti: «Nonostante la grande fatica sono riuscito ad impostare e vincere la volata del gruppo, battendo Michele Rezzani ed Enrico Zen. Oggi c’erano tanti nomi importanti del ciclismo granfondistico – ha aggiunto – e il livello era molto alto».
Che fare, dunque? Questo 2016 sembra proprio non voler ingranare il pignone giusto. «La condizione è buona, ci voleva un po’ più di fortuna!» conclude Tommaso, quasi a volerci ricordare che il mezzo c’è, è prestante e va solo mantenuto ben oliato.
Stay tuned, stay electric!