Venticinque nazioni rappresentate, 4400 atleti per affrontare i mostri sacri del ciclismo dolomitico: Campo, Manghen, Rolle e Croce D’Aune. Quasi sei ore e mezza di corsa. Un tappone, lo si definirebbe al giro d’Italia. Una corsa unica, seconda, per anzianità e non certo per fascino, solo alla Maratona e alla Nove Colli. È la Sportful Dolomiti Race, che domenica ha chiamato a raccolta gli appassionati ambiziosi di mettersi alla prova sulle strade della Storia.
Tra di loro c’era anche Tommaso Elettrico, che ha dato il 110% e ha mancato la vittoria (sarebbe stato il bis, dopo il 2014) giungendo per un soffio ai piedi del podio, dopo una condotta di gara esemplare, dal ritmo sfiancante.
«204 km, 4900 metri di dislivello. Semplicemente una corsa massacrante, la più tosta in Italia – ha commentato il Principe al telefono – caratterizzata da un fortissimo caldo che ha reso ancor più duro questo splendido percorso». Caratterizzata da una forte andatura sin dalle prime battute, la corsa ha visto percorrere l’ascesa iniziale fino ai 1450 metri di Cima Campo con un tempo di quasi quattro minuti inferiore a quello fatto registrare lo scorso anno. Poi sul Manghen (2047 m), il valico della catena del Lagorai nel Trentino orientale, ha preso il largo Cecchini e «dietro siamo rimasti in sette. In discesa ho attaccato – spiega ancora Tommaso – e ci siamo distanziati io e Facci (che all’arrivo sarà 2°, ndr). Dopo una decina di km è rientrato Enrico Zen, che poi ha vinto. Cecchini ha retto per molto in fuga solitaria, noi quattro inseguitori siamo andati di comune accordo sino a tutto il passo Rolle e all’attacco del Croce D’Aune».
Sul Croce D’Aune, spesso decisivo nelle tappe finali del Giro conclusesi a Feltre, nonostante l’altitudine non certo paragonabile ai passi precedenti (1017 m), la corsa ha preso la svolta decisiva. Attacchi e contrattacchi, rimescolamento di carte ed ecco che Cecchini viene ripreso. A far la differenza sono gli ultimi 3 km, che hanno delineato anche la classifica finale. È qui che a Tommaso si è spenta la lampadina, fiaccato più dal caldo insolito che dalle pendenze, giusto a un soffio dal successo. Anche gli atleti sono uomini, in fondo, non c’è niente di male né di disonorevole innanzi a una resa con l’onore delle armi.
«A parer mio la prova è stata superlativa perché la Sportful è sempre una corsa così difficile da interpretare, per chi ha estremo coraggio e sfrontatezza. Lo è stata almeno fino agli ultimi 2 km del Croce D’Aune, quando la benzina è finita del tutto e mi sono ritrovato a secco. Gli ultimi dieci km prima dell’arrivo, tra pianura e discesa sono state un’autentica agonia. Ma tutto sommato – ha concluso Tommaso con un largo sorriso – sono contento del risultato ottenuto e ora andiamo dritti per la Maratona dles Dolomites (2 luglio), sperando di recuperare le energie al meglio e presentarci al top ad un altro degli appuntamenti clou della stagione».
Che meraviglia le dolomiti…e tra poco si replica, sperando che siano ben “elettrizzate”. #Staytuned #stayelectric